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questo abbiamo delle risposte chiare, precisi e indiscutibili.»

In generale il rapporto tra le scienze esperimentali e le questioni della vita, può essere espresso così:

Domanda: Perchè io vivo?

Risposta: In uno spazio infinitamente grande, in un tempo infinitamente lungo delle parti infinitamente piccole si modificano nella complicazione infinita, e quando comprenderai le leggi di queste modificazioni, comprenderai perchè sei sulla terra.

E nel dominio speculativo sovente mi dicevo: «Tutta l’umanita vive e si sviluppa secondo i principî morali dell’ideale che la guida. Questo ideale si esprime nella religione, nelle scienze, nelle arti, nelle forme dello Stato. Esso diventa sempre più elevato e l’umanità va innanzi verso la suprema felicità. Io sono una parte dell’umanità, per conseguenza la mia vocazione consiste nel contribuire alla conoscenza e al raggiungimento dell’ideale umano.» E durante tutta la durata dell’indebolimento del mio spirito mi contentavo di questo. Ma non appena il problema della vita si poneva chiaramente in me, tutta questa teoria crollava ad un tratto. Senza parlare della inesattezza, in qualche modo sleale, secondo la quale le scienze di questo gruppo dànno per conclusioni generali le conclusioni dedotte dallo studio di una piccola parte dell’umanità, senza parlare delle contraddizioni reciproche delle persone che hanno differenti opinioni sulla definizione dell’ideale umano, senza parlar di tutto questo, la stranezza, per non dire l’assurdità, di questa opinione consiste in ciò che, per rispondere alla domanda che si pone ad ogni uomo: «Che