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voglio essere più consolata, ma in pianto voglio finire li miei dì. Allora il cavaliere le disse: madonna, che savere è questo? Volete voi morire qui di dolore? Che per pianto nè per lagrime non si può recare a vita il corpo morto. Onde che mattezza è quella che voi fate? Ma fate così; prendete me a marito, che non ho donna, e campatemi la persona, perch’io ne sono in periglio. E non so là dove mi nasconda: che io per comandamento del mio signore guardava un cavaliere impenduto per la gola. Li uomini del suo legnaggio il m’hanno tolto; insegnatemi campare, che potete, et io sarò vostro marito, e terrovvi onorevolmente. Allora la donna, udendo questo, s’innamorò di questo cavaliere, e disse: io farò ciò che tu mi comandarai; tanto è l’amore ch’io ti porto. Prendiamo questo mio marito, e traiamlo fuori della sepoltura, et impicchiamlo in luogo di quello che v’è tolto. E lasciò suo pianto: et atò trarre il marito del sepolcro, et atollo impendere per la gola così morto. Il cavaliere disse: madonna, elli avea meno un dente della bocca, et ho paura che, se fosse venuto a rivedere, che io non avesse disinore. Et ella, udendo questo, li ruppe un dente di bocca. E s’altro vi fosse bisognato a quel fatto, sì l’avrebbe fatto. Allora il cavaliere, vedendo quello che ella avea fatto di suo marito, disse: madonna, siccome poco v’è caluto1 di costui che tanto mostravate d’amare,

  1. caluto. Del verbo calere noi ora non abbiam più il participio, come aveano gli antichi. Le lingue viventi ar-