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aggiunse con la bocca a questa vitalba per rodegarla. Tirando, la campana sonò. Li giudici si adunaro, e videro la petizione del cavallo, che parea che domandasse ragione. Giudicaro che ’l cavaliere cui elli avea servito da giovane, il pascesse da vecchio. Il re lo costrinse, e comandò sotto gran pena.
Qui conta d’una grazia che lo ’mperadore fece a un suo barone.
NOVELLA LIII.
Lo ’mperadore donò una grazia a uno suo barone, che qualunque uomo passasse per sua terra, che li togliesse d’ogni magagna evidente un danaio di passaggio. Il barone mise alla porta un suo passaggiere1 a ricogliere il passaggio. Un giorno avvenne che uno che avea meno uno piede venne alla porta: il pedagiere li domandò un danaio. Quelli si contese, azzuffandosi con lui. Il pedagiere il prese. Quelli difenden-
- ↑ Passaggiere non è nel Vocabolario della Crusca. Trovasi bensì citato il presente passo al §. 1 della voce Passeggiere. Dee essere stato preso dalla stampa del 72, in cui effettivamente leggesi passeggiere. Più sotto ha nella detta edizione: lo passeggiare li puose mano in capo: dove, se nol dichiarasse il senso, non apparirebbe qual de’ due ponesse all’altro la mano in capo, potendo essere denominati ambidue passeggiere, quantunque in diverso significato. Sarebbe per tanto ben fatto che fosse destinato passaggiere a dinotar l’esattore di tal gabella, e passeggiere a dinotar il viandante.