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poggiaro alle sponde. Onde dinanzi allo Dio d’amore andò la novella. Onde lo Dio d’amore ne fece nobilissimo mandorlo molto verde e molto bene stante, e fu et è il primo albero che prima fa frutto, e rinnovella amore.


Qui conta come uno cavaliere richiese una donna di amore.


NOVELLA XLVII.


Uno cavaliere pregava un giorno una donna d’amore, e diceale, intra l’altre parole, ch’elli era gentile e ricco e bello a dismisura. E ’l vostro marito è così laido, come voi sapete. E quel cotal marito era dopo la parete della camera. Parlò, e disse: messer, per cortesia, acconciate li fatti vostri, e non isconciate li altrui. Messer Licio di Val buona fu il laido. E messere Rinieri da Calvoli fu l’altro.


Qui conta del re Corrado padre di Curradino.


NOVELLA XLVIII.


Leggesi del re Currado che, quando era garzone, si avea in compagnia dodici garzoni di sua etade. Quando lo re Currado fallava, li maestri che li erano dati a guardia non lo batteano, ma batteano questi garzoni suoi compagni. E que’ dicea: perchè battete