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D’una una quistione che fu posta ad un uomo di corte.
NOVELLA XLIV.
Marco lombardo fue nobil uomo di corte e savio molto. Fu a uno Natale ad una cittade, dove si donavano molte robe, e non ebbe niuna. Trovò un altro uomo di corte, lo quale era nesciente1 appo lui, et avea avuto robe: di questo nacque una bella sentenzia; chè quello giullare disse a Marco: che è ciò, Marco? Che io ho avuto sette robe e tu niuna. E si se’ tu troppo migliore e più savio di me. Quale è la cagione? E Marco rispose: non è per altro, se non che tu trovasti più de’ tuoi ch’io non trovai de’ miei.
Come Lancialotto si combattè a una fontana.
NOVELLA XLV.
Messere Lancialotto si combattea un giorno a una fontana con uno cavaliere di Sansogna, lo quale avea nome A.; e combattevansi aspramente alle spade dismontati de’ loro cavalli. E quando presero lena, domandò l’uno del nome dell’altro. Messere Lancia-
- ↑ era nesciente appo lui; cioè al confronto di lui era un ignorante.
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