giaciuto con sua mogliera, e questo disse in udienza del conte. E ’l conte rispose: or me eh?1 Guglielmo disse: voi, signor, io lo vi dirò. Fece venire suo destriere sellato e cinghiato bene: li sproni in piè mise, il piè nella staffa; e quando fu ammannato, parlò al conte, e disse: voi, signore, nè metto, nè traggo. E monta a cavallo, e sprona, e va via. Il conte s’adiroe molto, che non venia a corte. Un giorno si ragunaro donne a uno nobile convito: mandaro per Guglielmo di Bergdam; e la contessa vi fu, e dissero: or ci di', Guglielmo, perchè hai tu così onite2 le donne di Provenza? Cara la comperrai3. Catuna avea uno mattero4 sotto. Quella che parlava, disse: vedi, Gugliel-
- ↑ Nella stampa del Benedetti ha mee. La seconda delle due e non è posta qui all’usanza degli antichi i quali talor l’aggiungevano alle parole che hanno l'accento in fine, per rendere la pronuncia più dolce; ma è quella particella che a foggia d’interiezione s’usa qualche volta nel fine della frase, per dar più d’enfasi alla interrogazione. Ed è come se avesse detto: Or hai gittato di sella me ancora eh? Cosi nella Nov. I della giorn. VII del Decam. monna Tessa, infingendosi di non aver ben inteso il marito, gli dice interrogandolo: che di’ eh? E nella Circe del Gelli (facc. 126) il Cervo interroga Ulisse con queste parole: E che? voi non usate anco dire che chi ha avuto moglie merita una corona di pazienza, ma chi ne ha avute due ne merita una di pazzia, eh?
- ↑ onite, da onire verbo antiquato; disonorate.
- ↑ comperrai sincopato da compererai. La compererai cara; ciò ti costerà caro.
- ↑ mattero. Non è nel Vocabolario. Il Borghini ed il Manni leggono mazzero; e spiegano, il primo, bastone grosso da capo; e il secondo, col Vocabolario della Crusca, bastone pannocchiuto. Nella Novella XXIII noi abbian veduto mazzero adoperato nel senso di pane azzimo: la detta voce significa e l’una e l’altra di queste due cose.