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d’oro o d’ariento, cioè una boccola con un fibbiaglio, nella quale sia intagliata l’idola che tu adori (che adorava la statua di Mars), e dirai così loro, ch’elle non consentano, se non promettano di adorar quella statua e figura di Mars. E poi quando averanno peccato, io avrò balia di maladirli; e lo re così fece. Tolsero di belle femine in quello modo, e mandolle nel campo. Li uomini ne erano vogliosi; consentivano et adoravano l’idole, poi peccavano con loro. Allora lo profeta andò, e maledisse il popolo di Dio, e Dio non li atoe1. E quello re diede battaglia, e sconfisseli tutti. Onde li giusti patiro la pena d’alquanti che peccaro. Ravvidersi, e fecero penitenzia, e cacciaro le femine, e riconciliarsi con Dio, e tornaro nella loro libertade.
Qui conta d’una battaglia che fu tra due re di Grecia.
NOVELLA XXXVII.
Due re furo nelle parti di Grecia, e l’uno era più poderoso dell’altro. Furo insieme a battaglia: lo più poderoso perdeo; tornò et andò in una camera, maravigliandosi siccome avesse sognato, et al postutto non credeva avere combattuto. Intanto l’angelo di Dio
- ↑ non li atoe. Atare è verbo antiquato. Usasi tuttavia da’ contadini anche oggidì in molti luoghi della Toscana.