Dio il mi comandò. Onde fa così. Tu hai di belli femine: elli n’hanno dischesta1. Tonne una quantità, e vestile riccamente, e poni loro da petto una mosca2
- ↑ dischesta. In Franco Sacchetti (nov. 155) ha questo passo: “e per dischiesta di medici, in poco tempo pagò il ronzino„; e nel margine v’è notato: “contrario d’inchiesta; cioè per non aver fatto ricerca di buoni medici.„ Io non credo che nel presente luogo possa aver questa significazione, primieramente perchè avere inchiesta per fare inchiesta e locuzione stranissima; e in secondo luogo perchè essendone essi vogliosi, come si dice appresso, pare anzi che avessero a farne inchiesta. Credo piuttosto che qui dischesta corrisponda al disette de’ Francesi, e vaglia scarsezza, penuria. Se costoro aveano penuria di belle femine, ben è chiaro che doveano esserne vogliosi.
- ↑ una mosca d’oro. Che si appenda una mosca d’oro per monile non par cosa strana, sapendosi che dagli Egiziani si appendevano al collo scarafaggi d’oro. Quello che pare strano si è che s’intagli la figura di Marte dentro della figura d’una mosca. Questa incongruenza sarebbe tolta via, se invece di mosca si leggesse nusca: e però questa lezione potrebbe parer più ragionevole e naturale che l’altra. Nusca, nuscua, nosca, voci di barbara latinità, vagliono fibula lunula, ecc., come si può vedere nell’opera di Gio. Vossio De vitiis sermonis et glossematis latino-barbaris (facc. 253). Anche in un antico volgarizzamento della Bibbia MS. quelle parole della cantica Cap. I. Collum tuum sicut monilia sono tradotte: lo collo tuo è bello siccome le nusche. E quell’altre del Cap. VII. Juncturae femorum tuorum, sicut monilia quae fabricata sunt manu artificis: le giunture de’ femineschi tuoi, siccome nusche che sono fabbricate per mano dell'artefice. Niente di meno si è ritenuta la lezione del Benedetti, e per quanto strano possa parere quell’intaglio della figura di Marte in una mosca d’oro, di così fatti ghiribizzi e de’ maggiori ne vediamo anche oggidì: e senza necessità non si dee cangiar nulla di proprio arbitrio nel testo degli autori, comechè apparisca che stesse meglio.