Pagina:Le cento novelle antiche.djvu/65

46

parlò, e disse: per san Janni, quella è bellissima dama. E Merlino il saggio profeta parlò, e disse: veramente è bella, se i nemici di Dio non avessero parte in sua cotta. E la dama si volse, e disse: ditemi come i nemici di Iddio hanno parte in mia cotta. Rispose: dama, io lo vi dirò. Membravi quando voi foste a cotal festa, dove l’altre donne erano sguardate più che voi, per vostra laida cotta? E tornaste, e mostraste cruccio a vostro marito? Et elli impromise di farvi una cotta del primo guadagno che prendesse? E da ivi a pochi giorni venne un borghese per dieci marchi in presto a due marchi di guadagno, onde voi v’induceste vostro marito? E di sì malvagio guadagno è vostra cotta. Ditemi, dama, se io fallo di neente. Certo, sire, no, rispose la dama. E non piaccia a Dio nostro, sire, che sì malvagia colta stea sor’ me. E, veggente tutta la gente, la si spogliò. E pregò Merlino che la prendesse a diliverare di sì malvagio periglio.

Qui conta d’uno grande Moaddo a cui fu detta villania.


NOVELLA XXVII.


Uno grande Moaddo andò ad Alessandro, et andava un giorno per sue bisogne per la terra, et un altro li venia di dietro, e dicevali molta villania, e molto lo spregiava, e quelli non faceva niuno motto. Et