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Qui conta d’uno borghese di Francia.


NOVELLA XXVI.


Uno borghese di Francia avea una sua moglie molto bella. Un giorno era a una festa con altre donne della villa. Et avevavi una molto bella donna la quale era molto sguardata dalle genti; e la moglie del borghese diceva infra se medesima: se io avessi così bella cotta com’ella, io sarei altresì sguardata come ella. Perch’io sono altresì bella come sia ella. Tornò a casa al suo marito, e mostrolli cruccioso sembiante. Il marito la domandava sovente, perchè ella stava crucciata. E la donna rispose: perch’io non sono vestita sì che io possa dimorare con l’altre donne. Che a cotale festa l’altre donne, che non sono così belle com’io, erano sguardate, et io no per mia laida cotta. Allora suo marito le promise del primo guadagno che prendesse, di farle una bella cotta. Pochi giorni dimorò che venne a lui un borghese, e domandolli dieci marchi in prestanza. Et offerseline duo marchi di guadagno a certo termine. Il marito rispose: io non ne farò neente. Però che l’anima mia ne sarebbe obbrigata allo ’nferno. E la moglie rispose: ahi disleale, traditore, tu ’l fai per non farmi la mia cotta. Allora il borghese per la puntura della moglie, prestò l’argento a duo marchi di guiderdone, e fece la cotta a sua mogliera. La moglie andò al monistero con l’altre donne. In quella stagione v’era Merlino. Et uno