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Qui conta come Antigono riprese Alessandro, perch’elli si faceva sonare una cetera a suo diletto.


NOVELLA XIII.


Antigono conducitore1 d’Alessandro, facendo Alessandro un giorno per suo diletto sonare (il sonare era una cetera), Antigono prese la cetera, e ruppela, e gittolla nel fango, e disse ad Alessandro cotali parole: al tuo tempo et etade si conviene regnare, e non ceterare2; e così si può dire: al corpo e regno vil cosa è la lussuria, e quasi a modo di cetera. Vergognisi dunque chi dee regnare in vertude, e diletta in lussuria. Re Porro, il quale combattè con Alessandro, a un mangiare3 fece tagliare le corde della cetera a un ceteratore, e disse queste parole: meglio è tagliare che sviare; chè a dolcezza di suono si perdono le vertudi.


  1. conducitore; institutore, maestro.
  2. ceterare; sonar la cetera. Si disse anche cetrare: nè uno nè l’altro di questi verbi or s’userebbe più.
  3. a un mangiare; cioè ad un desinare, ad un pranzo.