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non caccieranno me. Onde picciolo dono diedi a lui di così ricco insegnamento. Udita la sentenzia del giovane, il padre e li suoi baroni il commendaro di grande sapienzia, dicendo che grande speranza ricevea della sua giovenezza, che nelli anni compiti sia di grande valore. Le lettere corsero per li paesi a’ signori et a’ baroni, e furonne grandi disputazioni tra li savi.


Qui si ditermina una quistione e sentenzia che fu data in Alessandria.


NOVELLA IX.


In Alessandria, la quale è nelle parti di Romania, acciocchè sono dodici Alessandrie, le quali Alessandro fece il marzo dinanzi ch’elli morisse; in quella Alessandria sono le rughe, ove stanno i saracini, li quali fanno i mangiari a vendere, e cerca l’uomo la ruga per li piue netti mangiari e più dilicati, siccome l’uomo fra noi cerca de’ drappi. Un giorno di lunedì, un cuoco saracino, lo quale avea nome Fabrac, stando alla cucina sua, un povero saracino venne alla cucina con uno pane in mano: danaio non avea da comperare da costui, tenne il pane sopra il vasello, e ricevea lo fumo che n’uscia, et inebriato il pane del fumo che n’uscia del mangiare, e quelli lo mordea, e così il consumò di mangiare. Questo Fabrac non vendeo bene questa mattina, recolsi a ingiuria et a