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Come uno giullare1 si compianse dinanzi ad Alessandro d’un CavaliereFonte/commento: 170, al quale elli avea donato per intenzione che cavaliere li donerebbe ciò che Alessandro li donasse.
NOVELLA IV.
Stando Alessandro alla città di Giadre con moltitudine di gente ad assedio, un nobile cavaliere era fuggito di prigione. Et essendo poveramente ad arnese, misesi ad andare ad Alessandro che donava larghissimamente sopra li altri signori. Andando per lo cammino, trovò uno uomo di corte2 nobilemente ad arnese. Domandollo dove andava. Lo cavalier rispose: vo ad Alessandro, che mi doni, acciocch’io possa tornare in mia contrada onoratamente. Allora il giullare rispose, e disse: che vuoli tu ch’io ti doni, e tu mi dona ciò che Alessandro ti donarà? Lo cavaliere rispose: donami cavallo da cavalcare e somiere e robe e dispendio convenevole a ritornare in mia terra. Il giullare li le donò, et in concordia cavalcaro ad Alessandro, lo quale aspramente avea combattuto la
- ↑ Come uno giullare. “Lo giullare, dice Brunetto Latini (Tes. 1. vi, c. 35) si è quel che conversa con le genti con riso e con giuoco, e fa beffa di sè e della moglie e de’ figliuoli; e non solamente di loro, ma eziandio degli altri uomini”.
- ↑ un uomo di corte; qui val giocolare. Presso gli scrittori del trecento trovasi non di rado uomo di corte per giocolare, forse perchè questa fatta di gente in quel tempo servia d’intertenimento e di sollazzo alla corte.