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Della ricca ambasceria, la quale fece lo Presto
Giovanni[1] al nobile imperadore Federigo.


NOVELLA II.


Presto Giovanni, nobilissimo signore indiano, mandoe ricca e nobile ambasceria al nobile e potente imperadore Federigo, a colui che veramente fu specchio del mondo in parlare et in costumi, et amò molto dilicato parlare, et istudiò in dare savi risposi. La forma e la intenzione di quella ambasceria fu solo in due cose, per volere al postutto[2] provare se lo ’mperadore fosse savio in parlare et in opere. Mandolli per li detti ambasciadori tre pietre nobilissime, e disse loro: donatele allo ’mperadore, e diteli dalla parte mia, che vi dica quale è la migliore cosa del mondo; e le sue parole e risposte serberete, et avviserete[3] la corte sua e costumi di quella, e quello che inverrete,[4] raccontarete a me sanza niuna mancanza. Furo allo ’mperadore dove erano mandati per lo loro signore; salutaronlo,



  1. Presto Giovanni; lo stesso che Prete Gianni. Il Ludolfo nell’Istoria etiopica dice che i Persiani chiamano Prester kan il re di quella parte dell’Indie che confina colla Tartaria. Di Prester kan s'è fatto Prete Gianni e Presto Giovanni.
  2. al postutto, avverbio or ito in disuso. Vale in tutti i modi.
  3. avvisare; osservare attentamente. Nelle presenti Novelle usasi questo verbo molte altre volte in tal significato.
  4. inverrete (dal verbo latino invenire), troverete.