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n’era andata in cotal modo. Questi sbigottì. Tornò a’ compagni, e disselo loro. E que’ risposero: ben lo vedemmo passar con lei, ma nol conoscemmo; et è tanto che puote bene essere allungato, et andarne per cotal strada. Misersi incontanente a tenere loro dietro. Cavalcaro tanto che li trovaro dormire così abbracciati; e miravanli per lo lume della luna ch’era apparito. Allora ne ’ncrebbe loro disturbarli, e dissero: aspettiamo tanto ch’elli si sveglieranno, e poi faremo quello ch’avemo a fare: e così stettero tanto che ’l sonno giunse, e furo tutti addormentati. Coloro si svegliaro in questo mezzo, e trovaro ciò ch’era. Maravigliarsi. E disse il giovane: costoro ci hanno fatta tanta cortesia, che non piaccia a Dio, che noi li offendiamo. Ma salio questi a cavallo, et ella si gittò in su un altro de’ migliori che v’erano, et andaro via. Quelli si destaro, e fecero gran corrotto, perchè più non li potevano ir cercando.


Come lo ’mperadore Federigo andò alla montagna del Veglio1.


NOVELLA C.


Lo ’mperadore Fedrigo andò una volta infine alla montagna del Veglio, e fulli fatto grande onore. Il

  1. alla montagna del Veglio. Intorno a questa montagna, e intorno al Vecchio che quivi abitava, veggasi la Nota posta dal Manni sotto alla presente Novella nella stampa di Firenze da lui proccurata.