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Qui conta una bella novella d'amore.
NOVELLA XCIX.
Un giovane di Firenze amava carnalmente una gentile pulzella. La quale non amava neente lui, ma amava a dismisura un altro giovane, lo quale amava anche lei, ma non tanto ad assai quanto costui1. E ciò sì parea, che costui n’avea lasciata ogni altra cosa, e consumavasi come smemorato; e spezialmente il giorno ch’elli non la vedea. A un suo compagno ne ’ncrebbe. Fece tanto che lo menò a un suo bellissimo luogo; e là tranquillaro quindeci dì. In quel mezzo la fanciulla si crucciò con la madre. Mandò la fante, e fece parlare a colui cui amava, che ne voleva andar con lui. Quelli fu molto lieto. La fante disse: ella vuole che voi vegniate a cavallo già quando fia notte ferma; ella farà vista di scendere nella cella: apparecchiato sarete all’uscio, e gittaravvisi in groppa: ella è leggiera, e sa ben cavalcare. Elli rispose: ben mi piace. Quando ebbero così ordinato, fece grandemente apparecchiare a un suo luogo. Et ebbevi suoi compagni a cavallo, e feceli stare alla porta, perchè non fosse serrata. E mossesi con un fine ronzone, e passò dalla casa. Ella non era ancora potuta venire, perchè la
- ↑ ma non tanto ad assai quanto costui. Maniera bellissima di favellare. Altri avrebbe detto (con molto minor garbo) ma l’amava assai men di costui.