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montaro in su un legno con questa moneta. E per sentenza di Dio apparve in quella nave un grande scimmio, e prese il taschetto di questa moneta, et andonne in cima dell’albero. Quelli, per paura ch’elli nol gittasse in mare, andaro con esso per via di lusinghe. Il bertuccio si pose a sedere, e sciolse il taschetto con bocca, e toglieva i danari dell’oro ad uno ad uno. L’uno gittava in mare, e l’altro lasciava cadere nella nave. E tanto fece che l’una metà si trovò nella nave col guadagno che fare se ne dovea1.
Qui conta d’un mercatante che comperò berrette.
NOVELLA XCVIII.
Uno mercatante2 che recava berrette, se li bagnaro: et avendole tese, sì vi appariro molte scimmie, e catuna se ne mise una in capo, e fuggivano su per li alberi. A costui ne parve male. Tornò indietro, e comperò calzari, e presele, e fecene buon guadagno.
- ↑ Da questa novella ebbe origine, secondo il Manni, il proverbio la scimmia ne cava l’acqua.
- ↑ Uno mereatante ecc. Osservisi questa foggia di costruzione irregolare. Qui ha un primo caso senza il suo verbo. Di così fatte costruzioni abbiamo altri esempi, e non pochi, negli scritti de’ primi padri della favella.