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genti vi trassero smemorate, credendo che fosse altro. E Bito ebbe gran paura. Ma poi ricordandosi com’era, incominciò a sorridere. Le genti che erano intorno a ser Frulli domandarlo com’era. Quelli il disse con tanta ambascia ch’appena poteva. Bito fece cessare le genti, e disse: ser Frulli, io mi voglio conciare con voi. Non ci abbia più parole. Rendete il danaio mio, e tenete la medaglia vostra. Et abbiatevi il mazzo de’ cavoli con la maladizione d’Iddio. Ser Frulli rispose: ben mi piace. E se così avessi detto imprima, tutto questo non ci sarebbe stato. E non accorgendosi della beffa, si li diè un danaio, e tolse una medaglia, et andonne consolato. Le rise vi furo grandissime.


Qui conta come uno mercatante portò vino oltre mare in botti a due palcora, e come intervenne.


NOVELLA XCVII.


Un mercatante portò vino oltre mare in botti a due palcora. Di sotto e di sopra avea vino, e nel mezzo acqua, tanto che la metà era vino, e la metà acqua. Di sotto e di sopra avea squilletto1, e nel mezzo no. Vendero l’acqua per vino, e raddoppiaro i danari sopra tutto lo guadagno, e tosto che furo pagati, si

  1. Squillo e squilletto troviamo presso agli antichi per quel foro onde cavasi il vino dalla botte.