Pagina:Le cento novelle antiche.djvu/142


123

Come uno s’andò a confessare.


NOVELLA LXXXVII.


Uno s’andò a confessare al prete suo, et intra cose, disse: io ho una mia cognata, e ’l mio fratello è lontano; e quando io ritorno a casa, per grande domistichezza, ella mi si pone a sedere in grembo: come debbo fare? Rispose il prete: a me il facesse ella, ch’io la ne pagherei bene.


Qui conta di messer castellano da Cafferi di Mantova.


NOVELLA LXXXVIII.


Messere CastellanoFonte/commento: 170 da Mantova, essendo podestà di Firenze, sì nacque una quistione tra messere Pepo Alemanni, e messer Cante Caponsacchi, tale che ne furo a gran minaccie. Onde la podestà, per cessar quella briga, sì li mandoe a’ confini. Messer Pepo mandò in certa parte, e messere Cante, perch’era grande suo amico, sì ’l mandò a Mantova. E raccomandollo a’ suoi; e messere Cante li le ne rendeo tal guidardone, che si giacea con la moglie.