di pigliare alcuna volta granchi solenni. S’avvide poscia egli che due di queste sette Novelle erano tra le cento già pubblicate dal Gualteruzzi; e nel fine del tomo secondo esso stesso ne rendè avvertito il lettore. Me ne rimaneva tuttavia la speranza per conto dell’altre cinque: ma se n’è ita anche questa allora quando dal signor Professore del Furia, bibliotecario della Laurenziana ed Arciconsolo dell’Accademia della Crusca, mandatami cortesemente una copia fedelissima delle dette Novelle, tratta dal codice mentovato dal Poggiali, ebbi a chiarirmi che anche di queste le più importanti si trovano per entro alle Cento Novelle della stampa del Benedetti. Non havvi altro d’inedito che un’assai breve Novella, e due altri componimenti corti cortissimi, che non si posson chiamar Novelle, nè tra le Novelle annoverare. Consiste il primo di questi in tre proverbj annestati l’un nell’altro in maniera che vengono a for-