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Il padre vedendo che catuno il volea, mandò per un fine orafo, e disse: maestro, fammi due anella così appunto come questo, e metti in ciascuno una pietra che somigli questa. Lo maestro fece l’anella così appunto, che nessuno conoscea il fine, altro che ’l padre. Mandò per li figliuoli ad uno ad uno, et a catuno diede il suo in sacreto, e catuno si credea avere il fine, e niuno ne sapea il vero, altri che ’l padre loro. E così ti dico delle fedi che sono tre. Il padre di sopra sa la migliore; e li figliuoli, ciò siamo noi, ciascuno si crede avere la buona. Allora il soldano udendo costui così riscuotersi, non seppe che si dire di coglierli cagione, si lo lasciò andare.


Qui conta una Novella d’uno fedele e d’uno signore.


NOVELLA LXXIV.


Uno fedele d’uno signore che tenea sua terra, essendo a una stagione i fichi novelli, il signore passando per la contrada, vide in sulla cima d’un fico un bello fico maturo; fecelsi cogliere. Il fedele si pensò, dacchè li piacciono, io li guarderò per lui. Sì si pensò imprunarlo, e di guardarli. Quando furo maturi, si gliene portò una soma, credendo venire in sua grazia. Ma quando li recò, la stagione era passata; chè n’erano tanti, che quasi si davano a’ porci. Il signore veggendo questi fichi, sì si tenne bene scornato, e