una foresta, e richiusesi in uno romitaggio si celatamente, che niuno il seppe. Or chi avesse veduto il cruccio de’ cavalieri e delle dame e donzelle che si lamentavano sovente della perdita di così nobile cavaliere, assai n’avrebbe avuto pietade. Un giorno avvenne che i donzelli del Po smarriro una caccia, e capitaro al romitaggio detto. Domandolli, se fossero del Po. Elli risposero di sì. Et elli domandò di novelle. E li donzelli li presero a contare come v’avea laide novelle; che per picciolo misfatto aveano perduto il fior de’ cavalieri, e che sua dama li avea dato conmiato, e niuno sapea che ne fosse addivenuto. Ma procianamente1 un torneamento era gridato, ove sarà molto buona gente, e noi pensiamo ch’elli ha sì gentil cuore, che dovunque elli sarà, sì verrà a torneare con noi. E noi avemo ordinate guardie di gran podere e di gran conoscenza, che incontanente lo riterranno. E così speramo di riguadagnare nostra gran perdita. Allora il romito scrisse a un suo amico sacreto, che ’l dì del torneamento li trammetesse arme e cavallo sacretamente. E rinviò i donzelli. E l’amico fornì la richesta del romito, chè ’l giorno del torneamento li mandò cavallo et arme; e fu il giorno nella pressa de’ cavalieri, et ebbe il pregio del torneamento.
- ↑ procianamente (così anche nella stampa del 72), voce ita del tutto in disuso: lo stesso che prossimamente: qui val tra poco. Nel Vocabolario ha proccianamente con due c; e così parimente scrive questa voce il Manni.