Pagina:Le cento novelle antiche.djvu/104


85

accompagnava a tavola et a letto. La mattina sì si levava, trovavali l’acqua e tovaglia, e quando era lavato, et ella li apparecchiava un ago vuoto et un filo di seta, e convenia che s’elli si volea affibbiar da mano, ch’elli mettesse lo filo nella cruna dell’ago, e s’alle tre volte avvisasse che non lo vi mettesse, sì li toglieano le donne tutto suo arnese, e non li rendeano neente. E se mettea il filo alle tre volte nell’ago, sì li rendeano l’arnese suo, e donavanli di belli giojelli.


Del buon re Meliadus e del cavaliere sanza paura.


NOVELLA LXIII.


Il buono re Meliadus e ’l cavaliere sanza paura si erano nemici mortali in campo. Andando un giorno questo cavaliere sanza paura a guisa d’errante cavaliere disconosciutamente, trovò suoi sergenti che molto l’amavano, ma nollo conoscevano. E dissero: dinne, cavaliere errante, per onore di cavalleria, qual è miglior cavalier tra il buon cavalier sanza paura o ’l buon re Meliadus? E ’l cavalier rispose: se Dio mi dea buona ventura, lo re Meliadus è lo miglior cavaliere che in sella cavalchi. Allora li sergenti che voleano male al re Meliadus, per amore di loro signore, sì sorpresero questo lor signore a tradigione, e così armato lo levaro da destriere, e miserolo at-