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mendatore De Caro, al quale coi nostri encomii mandiamo un saluto d’incoraggiamento a proseguire nell’opera nobilissima:
«È universalmente riconosciuto il sollecitarsi vivamente dei veri amici della popolare istruzione per aprire scuole, per fondare istituti, per creare Comizi e per istituire le Biblioteche popolari, destinate queste ultime a completare l’insegnamento elementare, a tenere viva e ad accrescere piacevolmente la prima cultura. Poichè per questa via si offre al popolo coll’istruzione il diletto, lo si allontana colla lettura dall’ozio e dalle sue funeste conseguenze: si arricchisce la sua mente di utili cognizioni, e se ne educa il cuore a nobili affetti, ai rispetto per le supreme leggi morali.
E qui è dovere di confessarlo francamente: che a cancellare le gravi calamità e le molte vergogne della nostra patria, più che tanto gridio contro l’inalfabetismo, è necessario il pensare seriamente a formare dei galantuomini dai giovanetti che escono dalle scuole elementari e dagli adulti che si educano nelle scuole serali e festive; e l’aiuto che se ne potrebbe trarre per questo santissimo scopo dalle Biblioteche popolari salta agli occhi di tutti. Quello che più importa, scrive Tommasèo, si è che, appreso a leggere, abbia il popolo degni libri da leggere.
Al qual precetto fecero piena ragione l’Inghilterra, l’America, il Belgio, la Germania e la Francia, ove le Biblioteche popolari ebbero un largo sviluppo. E basti il sapere che nella sola Francia nel breve periodo di sette anni, al 1° gennaio 1866, già si contavano più di 7700 Biblioteche popolari, mentre l’Italia nostra, che prima pensò a questa utilissima istituzione, non ne numera finora che poche centinaia.
Egli è però che questo Consiglio provinciale scolastico, sempre sollecito di crescere nella provincia il patrimonio della buona educazione, nella sua adunanza del 16 corrente marzo, dopo di avere esaminati i mezzi più acconci per dar vita ad una Biblioteca popolare nei singoli comuni che compongono la provincia, ha deliberato:
1° Di rivolgersi al Ministero ed al Consiglio amministrativo provinciale per ottenere un sussidio a favore di quei municipii, che primi daranno vita a questa utilissima istituzione.
2° Di fare appello a’ municipii più cospicui della provincia per impegnarli in opera tanto feconda di vera civiltà nel popolo.
Ed affinchè i Consigli comunali, che nelle presenti