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il 12 maggio 1867, e là dopo una splendida relezione del Luzzati e degli altri due colleghi si fissarono le prime basi dello statuto sociale; presero parte alle varie discussioni il cav. Sacchi, conte San Severino, prof. De Castro, Praloran, B. Maineri, ingegnere Kramer, avv. Rognoni, prof. Cremona, dott.G. B. Pensa, prof. C. Baravalle, dott. E. Fano, ingegnere Tagliasacchi, marchese Porro, Villa Pernice, l’assessore municipale avv. Cagnoni e il deputato provinciale avv. Capretti.

Fu determinato lo scopo della Società; quello cioè di diffondere l’idea delle biblioteche popolari, attivarne una o più in Milano e promuoverne l’attuazione in tutti i comuni della provincia (riserbandosi in seguito d’estendere l’opera morale anco ad altre provincie d’Italia): e primieramente collo stimolare l’iniziativa dei Consigli comunali, delle Direzioni delle scuole serali, dei consorzi agrari, indi con doni d’opere e in danaro da distribuirsi secondo i mezzi alle varie biblioteche, co’ suoi consigli, indicazioni, comunicazione di nuovi cataloghi, colla sua intercessione presso gli editori pel più economico acquisto di libri e in fine con annui premi da assegnarsi alle biblioteche ed ai bibliotecari che meglio avessero raggiunto il loro scopo rispetto alla moralità, alla regolare gestione economica e al numero dei lettori; il patrimonio della Società si formerebbe col contributo annuo dei soci almeno in lire una e coi doni, ecc.

La Giunta municipale accogliendo i desideri della Società promotrice delle biblioteche popolari le concesse subito l’uso gratuito d’un opportuno locale.

Nella Biblioteca popolare milanese venne