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colare serraggio e da cieca superstizione, il popolo che ha una mente ancor esso ed un onore capace di grandi cose, il popolo che è potenza benefica se culto e civile, funestissima se ignorante. Or a sottrarlo dal miserando stato in che giace e a vita nuova disporlo, qual v’ha mezzo più efficace e potente che l’istruzione dedotta da libri dilettevolmente utili e salutari?... Concittadini, voi sapete che il popolo ineducato è una reliquia di barbarie e di medio evo accampata nelle città e nelle ville; voi sapete che l’ignoranza è miseria, che la miseria è delitto; voi sapete che amare il popolo non è lusingarlo nelle sue passioni più bestiali e feroci, ma infrenarlo, ammaestrarlo, educarlo; voi sapete che aprire una scuola è chiudere un carcere; che scuole senza libri son poco meno che inutili; che un libro di morale pratica e d’utile istruzione può valere una scuola che nulla vale il saper leggere se di libri si manca; voi sapete che per questo non v’ha paesetto ora in Italia che non vanti una o più di quelle Biblioteche le quali, dando i libri a leggere in casa, diconsi circolanti: voi finalmente sapete che nelle istituzioni civili questra nostra Messina non è mai stata seconda a verun’altra città: e però vorrete col donare se non altro un sol libro in bella gara concorrere all’incremento di questa nascente Biblioteca che soprattutto per opera vostra potrà dirsi immantinente attuata se com’è voto dei soscrittori sarete nel donativo solleciti, non che generosi... ecc.»

Contemporaneamente il Lizio Bruno dava opera a rinvenire un acconcio locale per l’istallazione della Biblioteca, è dopo lunghe insistenze e preghiere potè averlo dal demanio in 2 pic-