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rigi fino dal 1862 e che è sorretta da uomini illustri come Boussingault, Mich. Chevalier, Meyer, F. Passy, Saint-Marc Girardin, Simon, Lefebure, Levi Alvarez, Saint-Hilaire, Wolowski, Ch. Robert segretarie generale al Ministero di istruzione pubblica, senza ricordare i molti del Senato e deputati del Corpo legislativo. Non vogliamo dubitare della sollecitudine degli Italiani fra i quali vi sono uomini illustri ed eletti ingegni che studiano l’arduo compito di affrettare il
segnamento le sono cose monche e recano poco frutto. Anzi se il giovane che abbia imparato nelle scuole non continua co’ libri la sua educazione, non solo dimentica tutto, ma disimpara persino il leggere. E poiché ci sono già delle associazioni che pensano alle scuole, e spero in breve se ne formeranno delle altre, pensino loro signori a trovar modo di fornire di libri ogni scuola o almeno ogni comune, nè tanto al fornire (chè l’associazione di Voghera è già in questa via) quanto a mantenere libri e Biblioteche. Facciano, perché c’è bisogno che il gran miracolo dell’unità d’Italia sia presto seguito dall’altro dell’attività italiana, che solo caccerà l’ignoranza, l’errore e lor conseguenza, la miseria e la superstizione. A svolgere l’attività non ci è mezzo migliore delle associazioni diverse, e nelle quali non figurino sempre a capo gli stessi nomi, quasi il bene e l’attività siano cosa di pochi e si rannicchino in pochi. Allarghiamo la sfera d’azione e si troverà un cooperatore in quello che prima si credeva più inerte
«Che se pigrizia fosse ma sirocchia.»
A ogni modo vedremo il bell’accordo che un’associazione aiuterà l’altra avendo tutte lo stesso scopo di trarre le plebi dall’ignoranza e farle popolo, e la principalissima dell’Educazione popolana le aiuterà e promuoverà tutte. Quando io vedrò in Italia da cento associazioni per lo meno tra maschili e femminili, le quali intendano all’educazione del popolo negli asili, nelle scuole, nei reggimenti, nei ricoveri, nelle carceri, nei penitenziari, nelle biblioteche, nei teatri, nelle chiese, nelle piazze e tenere il patronato di tutte e di tutti la grande associazione italiana per l'Educazione del popolo, allora comincerò a dire che si è fatto qualche cosa per vincere la cancrenosa piaga dell’ignoranza che ci rode le parti più vitali, e che l'avvenire d’Italia è sicuro.