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desiderio del leggere, quando libri buoni e popolari si stamperanno a buon mercato, quando eziandio le condizioni economiche, i commerci e le industrie del paese si saranno fatte più floride, e permetteranno ance all’umile operante di far più a confidenza col tempo e colla moneta, quando le società operaie, cooperative, di temperanza, si preoccupino non solo del pane materiale ma anco del pane dello spirito, e quando alla per fine non vi sia scuola senza libro: in quest’ultimo senso la Francia oggi ha preparato una salutare provvidenza colle Biblioteche scolastiche che sono 11,415 con 721,853 volumi, ed ebbero 648,749 lettori; biblioteche che pure servirebbero assaissimo a sussidio dei nostri maestri elementari.

Ma è già molto se i libri delle nostre Biblioteche popolari circoleranno frattanto nella classe media, la quale non ha meno bisogno d’essere illuminata ed istruita; e se si pensi alle scarso numero e all’indole anche delle nostre 200 Biblioteche pubbliche, si troverà non inutile il moltiplicare questi nuovi centri di luce e di progresso.

Concludiamo facendo voti che la proposta Società italiana per le Biblioteche popolari del Regno1 prenda piede in Firenze e trovi aderenti dapertutto: il suo programma non potrebbe essere più semplicemente disegnato e più opportuno a coordinarne la diffusione in ogni parte d’Italia. «La Società è stabilita nella capitale del Regno con azioni di lire 2 all’anno. È amministrata da un Comitato di direzione elettivo, di 7 membri compreso presidente e segretario,

  1. BRUNI. Le Biblioteche e i libri popolari. - Firenze, Tip. Botta 1869.