Pagina:Le biblioteche popolari in Italia dall'anno 1861 al 1869.djvu/105


— 101 —


lazione agli abitanti dell’illustre Siena nella quale l’egregio cav. Luciano Banchi, coadiuvato dai signori cav. Riccomanni, prof. Pantanelli, prof. G. Stocchi, avv. F. Ricci, avv. L. Rubini, A. Cicogna, G. Palmieri Nuti, E. Crocini,P. Lombardini, E. Ficalbi, G. Fignani, capitanando la novella impresa, riuscita a costituire (13 aprile 1867) una Società promotrice provinciale di biblioteche popolari in unione a quei primi che caldeggiarono l’istituzione nella Società de’ tipografi.

Nel veniente maggio avendo i promotori dato opera alla formazione in Siena d’una Società per l’istituzione d’una biblioteca circolante, la prima Associazione si sciolse fondendosi in quest’ultima e delegando alla medesima l’incarico di promovere altre consimili istituzioni nella città e nella provincia; in questo senso venne definitivamente impiantata nell’adunanza 30 giugno 1867, ove insieme alle basi dello statuto si leggeva dal principale promotore cav. Banchi una splendida ed eloquente relazione, dalla quale vuolsi qui riferire alcuna delle più solenni verità.

«Quando nelle Società di mutuo soccorso avrete insegnato all’operaio la previdenza e il risparmio, quando ad accrescere la sua industria l’avrete provveduto del capitale che gli bisogna mercè le banche popolari, quando infine nelle scuole della sera avrà imparato il leggere, lo scrivere, le operazioni aritmetiche, i doveri e i diritti del cittadino, o qualche nozione di chimica applicata all’arti, credete che l’istruzione che ricercasi come stregua di civiltà siasi conseguita? Avremo percorso due terzi del cammino; alla meta che vogliamo raggiungere ci avvicineranno