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ma poi li richiuse subito, tant’è vero che Pinocchio non si accòrse di nulla.
— E ora, — gli domandò la Volpe, — che cosa vuoi farne di codeste monete?
— Prima di tutto, — rispose il burattino, — voglio comprare per il mio babbo una bella casacca nuova, tutta d’oro e d’argento e coi bottoni di brillanti: e poi voglio comprare un Abbecedario per me.
— Per te?
— Davvero: perchè voglio andare a scuola e mettermi a studiare a buono.
— Guarda me! — disse la Volpe. — Per la passione sciocca di studiare ho perduto una gamba.
— Guarda me! — disse il Gatto. — Per la passione sciocca di studiare ho perduto la vista di tutti e due gli occhi.
In quel mentre un Merlo bianco, che se ne stava appollaiato sulla siepe della strada, fece il solito verso e disse:
— Pinocchio, non dar retta ai consigli dei cattivi compagni: se no, te ne pentirai!
Povero Merlo, non l’avesse mai detto! Il Gatto, spiccando un gran salto, gli si avventò addosso, e senza dargli nemmeno il tempo di dire ohi, se lo mangiò in un boccone con le penne e tutto.