Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
― 59 ― |
bene, e poi gettatelo a bruciare sul fuoco. Io voglio che il mio montone sia arrostito bene! —
Figuratevi il povero Arlecchino! Fu tanto il suo spavento, che le gambe gli si ripiegarono e cadde bocconi per terra.
Pinocchio, alla vista di quello spettacolo straziante, andò a gettarsi ai piedi del burattinaio e piangendo dirottamente e bagnandogli di lacrime tutti i peli della lunghissima barba, cominciò a dire con voce supplichevole:
— Pietà, signor Mangiafoco!...
— Qui non ci son signori! — replicò duramente il burattinaio.
— Pietà, signor Cavaliere!...
— Qui non ci son cavalieri!
— Pietà, signor Commendatore!...
— Qui non ci son commendatori!
— Pietà, Eccellenza!... —
A sentirsi chiamare Eccellenza, il burattinaio fece subito il bocchino tondo, e diventato tutt’a un tratto più umano e più trattabile, disse a Pinocchio:
— Ebbene, che cosa vuoi da me?
— Vi domando grazia per il povero Arlecchino!...
— Qui non c’è grazia che tenga. Se ho risparmiato te, bisogna che faccia mettere sul fuoco lui, perchè io voglio che il mio montone sia arrostito bene.