Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
― 220 ― |
vece di ridere, si sentì preso da tanto amore per quell’irrequieto asinello che, con un bacio, gli portò via di netto la metà di quell’altro orecchio. Poi disse al burattino:
— Rimonta pure a cavallo, e non aver paura. Quel ciuchino aveva qualche grillo per il capo: ma io gli ho detto due paroline negli orecchi, e spero di averlo reso mansueto e ragionevole. —
Pinocchio montò, e il carro cominciò a muoversi: ma nel tempo che i ciuchini galoppavano e che il carro correva sui ciottoli della via maestra, gli parve al burattino di sentire una voce sommessa e appena intelligibile, che gli disse:
— Povero gonzo! Hai voluto fare a modo tuo, ma te ne pentirai! —
Pinocchio, quasi impaurito, guardò di qua e di là, per conoscere da qual parte venissero queste parole; ma non vide nessuno: i ciuchini galoppavano, il carro correva, i ragazzi dentro al carro dormivano, Lucignolo russava come un ghiro e l’omino seduto a cassetta canterellava fra i denti:
Tutti la notte dormono
E io non dormo mai....
Fatto un altro mezzo chilometro, Pinocchio sentì la vocina fioca che gli disse:
— Tienlo a mente, grullerello! I ragazzi che