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quattro monete d’oro che gli erano rimaste: e dopo ricoprì la buca con un po’ di terra.

— Ora poi — disse la Volpe — vai alla gora qui vicina, prendi una secchia d’acqua e annaffia il terreno dove hai seminato. ―

Pinocchio andò alla gora, e perchè non aveva lì per lì una secchia, si levò di piedi una ciabatta e, riempitala d’acqua, annaffiò la terra che copriva la buca. Poi domandò:

— C’è altro da fare?

— Nient’altro; — rispose la Volpe — Ora possiamo andar via. Tu poi ritorna qui fra una ventina di minuti, e troverai l’arboscello già spuntato dal suolo e coi rami tutti carichi di monete. ―

Il povero burattino, fuori di sè dalla contentezza, ringraziò mille volte la Volpe e il Gatto, e promise loro un bellissimo regalo.

— Noi non vogliamo regali; — risposero que’ due malanni — A noi ci basta di averti insegnato il modo di arricchire senza durar fatica, e siamo contenti come pasque. ―

Ciò detto salutarono Pinocchio, e augurandogli una buona raccolta, se ne andarono per i fatti loro.