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bone, che mi dissero: — Metti fuori i quattrini; — e io dissi: — non ce n’ho; — perchè le monete d’oro me l’ero nascoste in bocca, e uno degli assassini si provò a mettermi le mani in bocca, e io con un morso gli staccai la mano e poi la sputai, ma invece di una mano sputai uno zampetto di gatto. E gli assassini a corrermi dietro, e io corri che ti corri, finchè mi raggiunsero, e mi legarono per il collo a un albero di questo bosco col dire: — Domani torneremo qui, e allora sarai morto e colla bocca aperta, e così ti porteremo via le monete d’oro che hai nascoste sotto la lingua. —
— E ora le quattro monete dove le hai messe? — gli domandò la Fata.
— Le ho perdute! — rispose Pinocchio; ma disse una bugia, perchè invece le aveva in tasca.
Appena detta la bugia il suo naso, che era già lungo, gli crebbe subito due dita di più.
— E dove le hai perdute?
— Nel bosco qui vicino. —
A questa seconda bugia, il naso seguitò a crescere.
— Se le hai perdute nel bosco vicino — disse la Fata — le cercheremo e le ritroveremo: perchè tutto quello che si perde nel vicino bosco, si ritrova sempre.