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del coniglio. 49

“Poffare! gli è un braccio, lustrissimo!”

“Un braccio! va via paperone! Chi ne ha mai veduti di quella grossezza? Diamine, riempie tutta la finestra!”

“Gli è proprio così, lustrissimo: ma è un braccio bell’e buono.”

“Bene, ma ei non ha niente da fare con la mia finestra; va, portalo via!”

Successe un lungo silenzio, poi Alice sentì un bisbiglio sommesso; e parole come queste, “Davvero, non potrei, lustrissimo; nò, davvero!” “Fa come ti dico, vigliaccone!” allora Alice di nuovo fendette l’aria con la mano minacciando d’acchiappare. Questa volta si udirono due strilli acuti, e cri, cri, scricchiò di nuovo il vetro. “Quante vetrine da cetrioli vi debbon essere colaggiù!” pensò Alice. “Chi sa che faranno dopo! Quanto al cacciarmi fuori dalla finestra, vorrei che potessero farlo! Certo, io non ho mica voglia di rimaner più quì!”

Aspettò un poco, ma non si sentiva nulla; ecco finalmente avvicinarsi un cigolìo di certe ruote di