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46 | la casettina |
a crescere ed a impiccolire, e ad esser la serva de’ sorci e de’ conigli. Quasi quasi mi pento d’esser discesa nella Conigliera — eppure — eppure — l’è curiosetto questo genere di vita! Ma, che cosa mai son’io addiventata? Quando io leggeva le novelle delle fate, credeva che quella sorta di stranezze non potesse mai accadere, ed ora eccomi nel bel mezzo di una di quelle. Si dovrebbe scrivere un libro su queste mie avventure, si dovrebbe, certo! Quando sarò grande ne scriverò uno — ma sono di già grande,” soggiunse con mestizia, “e non c’è spazio per crescere di più quì.”
“Ma che,” pensò Alice, “non crescerò più negli anni? Da una parte sarebbe un bene — non diventare mai vecchia, — ma quell’imparar sempre le lezioni m’annoierebbe! Oh non mi piacerebbe ciò!”
“Ah pazzerella che sei!” rispose Alice a sè stessa. “Come potresti imparare le lezioni, quì? C’è appena spazio per te, come c’entrerebbero i libri?”