Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
102 | un tè di matti. |
cominciò a cantare in mezzo al sonno “Teco il pane; teco il pane aggiungerò — ” e via, via andò innanzi, sino a che gli si dovettero dare de’ pizzicotti per farlo tacere.
“Ebbene, aveva appena finito di cantare la prima quartina,” disse il Cappellaio, “che la Regina proruppe furiosa, ‘Egli sta assassinando il tempo! Tagliategli il capo!’”
“Terribilmente feroce!” sclamò Alice.
“D’allora in poi,” continuò mestamente il Cappellaio, “non ha voluto più far quel che io gli chiedo! Segna sempre le sei.”
Un’idea luminosa colpì Alice, e domandò: “È questa forse la ragione per cui vi sono tante tazze apparecchiate?”
“Proprio così,” rispose il Cappellaio, con un sospiro: “è sempre l’ora del tè, e non abbiamo mai tempo di risciaquare le tazze.”
“E così, andate girando sempre intorno, nei frattempi?” disse Alice.
“Proprio così,” replicò il Cappellaio: “a misura che le tazze hanno servito.”