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un tè di matti. 97

Il Cappellaio fu il primo a rompere il silenzio. “Che giorno del mese abbiamo?” disse, volgendosi ad Alice, mentre prendeva l’oriuolo dal taschino, e lo guardava con un certo turbamento, scuotendolo di tempo in tempo, e appoggiandolo all’orecchio.

Alice pensò un poco, e rispose, “Li quattro del mese.”

“Ritarda di due giorni!” osservò sospirando il Cappellaio. “Te lo dissi che il burro non avrebbe giovato al movimento!” soggiunse, guardando rabbiosamente la Lepre-marzolina.

“Era del miglior burro,” rispose sommessamente la Lepre-marzolina.

“Sì, ma devono esserci entrate anche delle miche di pane,” borbottò il Cappellaio: “non dovevi metterlo dentro col coltello del pane.”

La Lepre-marzolina prese l’oriuolo e lo guardò mestamente: poi lo tuffò nella sua tazza di tè e lo guardò di nuovo: ma non potette far altro che ripetere l’osservazione fatta pur dianzi: “Era del miglior burro che si potesse avere, sapete.”