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40 | Capitolo quinto. |
miglia, distanza che quegli impareggiabili corridori potevano superare in meno d’un quarto d’ora.
— Prepara le pistole ed il kangiarro, Tabriz, — disse Hossein, che pareva in preda ad una terribile collera.
Galoppavano colla testa curva, per non venire acciecati dalle trombe di sabbia che non cessavano di roteare sulle ali del vento e respiravano rumorosamente.
Quella seconda corsa durò, sempre velocissima, un’altra mezz’ora; poi Hossein che tendeva sempre ansiosamente gli orecchi e che scrutava attentamente la tenebrosa pianura, trattenne nuovamente, quasi di colpo, il suo khorassano, a rischio di venire sbalzato a terra.
— Attenti, Tabriz! — esclamò.
— Che cos’hai, padrone? — chiese il gigante.
— I lupi.
— Brutto segno. Avranno le Aquile dietro di loro.
— Fermiamoci un momento e vediamo. Se la casa di Talmà fosse stata già assalita, a quest’ora avremmo udito qualche colpo di fucile. Giungeremo quindi a tempo. —
I banditi che infestano le steppe turchestane, hanno una maniera speciale e curiosissima per dare la caccia agli uomini; maniera ben triste, ma molto sicura perchè non lascia alcuna traccia dei delitti che commettono: seguono i lupi.
È saputo da tutti che quelle bestie non aggrediscono che gli uomini isolati, o per lo meno che siano in piccoli gruppi. Appena i loro lugubri ululati, che il vento porta assai lontani, giungono agli orecchi dei predoni, questi balzano sui loro cavalli e prendendo la via più breve, piombano sui disgraziati viaggiatori, che vengono senza pietà scannati e derubati.
I lupi, intimiditi da quella improvvisa comparsa di tanti cavalieri, non osano avanzare e s’arrestano a qualche distanza, in attesa che il delitto sia compiuto. Appena i banditi se ne vanno, entrano a loro volta in scena e la cena, soventi volte molto abbondante, non manca mai loro.
Si afferma anzi dai turchestani, che i lupi non assaltino mai, anche se sono in grossissimo numero, i banditi della steppa. Si vede che hanno ormai capito che quelli sono i loro provveditori di carne umana, e perciò li rispettano; tuttavia non possiamo assicurare l’autenticità di questo fatto.