Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
Fra l’acqua e il petrolio. | 243 |
Fra un quarto d’ora noi saremo al sicuro al di là della frontiera.
— Va’, — rispose Tabriz, che faceva onore ai pesci e che aveva la bocca piena.
Anche Hossein attaccava con molto appetito i pesci e pareva che per un momento avesse dimenticato Talmà, il beg ed anche Abei.
— Signore, — disse il gigante, quando il piatto fu vuoto, un’altra dozzina ci starebbe, almeno, nel mio stomaco.
Quel birbone di loutis aveva ragione di vantare questi eccellenti abitanti dell’Amur-Darja. Non ne ho mai mangiati di così delicati.
— Se ti fa piacere ordina, — rispose Hossein che era ricaduto nei suoi pensieri. — Il loutis pagherà lui per ora.
Tabris si era voltato gridando:
— Ehi, cuciniere, fa lavorare ancora una volta la tua padella.
— Sì, quando mi avrete detto chi siete e dove andate, — rispose una voce che non era quella di Dinar.
Tabriz si era alzato vivamente, subito imitato da Hossein.
Il cuciniere era scomparso e invece, dinanzi alla porta, si trovava un uomo barbuto, d’aspetto poco rassicurante, che aveva nella larga fascia un vero arsenale fra pistole, jatagan e kangiarri, accompagnato da una mezza dozzina d’usbeki, armati non meno formidabilmente di lui.
— Chi sei e che cosa vuoi tu? — chiese Tabriz, atterrando istintivamente la pesante scranna su cui si era seduto.
— Un ufficiale dell’Emiro di Bukara, — rispose l’uomo barbuto, con alterigia, — snudando con un gesto tragico uno dei suoi kangiarri.
— Allora mandami il cuciniere, onde ci prepari degli altri pesci, così potrai assaggiarne anche tu in nostra compagnia. L’ufficiale aggrottò la fronte e fece un gesto sdegnoso.
— Io, con voi! — esclamò.
— Ehi, quell’uomo, — disse Tabriz, — ora sappi che questo signore, che ha fatto colazione con me, è il nipote d’uno dei più famosi beg della steppa dei Sarti. Giù il cappello!...
— Voi non siete altro che banditi, ricercati dal mio signore, — rispose l’ufficiale. — Arrendetevi o vi faccio a pezzi... —
Non potè terminare la frase. Tabriz, preso da un’impeto di