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ch’elle fussero state tagliate. Secondo, perch’elle posano sopr’ a basi eziandio sproporzionate. Terzo, perché il capitello e la cornice che rimangono sopra una di esse, sono parimente sproporzionati per la loro picciolezza. E quarto, perchè sendosi ne’detti fondamenti scoperta una scala con una porzione di muro, gli riconobbi di una costruzione infelice, e in conseguenza da non supporsi de tempi antichi.

267. Avanzo del Pronao, e del Tempio d’Antonino e Faustina, dimostrato nella Tavola XXXI di questo Tomo alla fig. I. Egli rimane innanzi alla Chiesa di S. Lorenzo in Miranda, e sul fregio dello stesso pronao sostenuto da magnifiche colonne di un sol pezzo, apparisce la seguente indicativa della predetta appartenenza del Tempio.

DIVO. ANTONINO. ET
DIVAE. FAVSTINAE. EX. S. C


Le pareti laterali di peperini che inoggi rimangono rozze, erano investite di marmi. La di lui pianta si esibisce nella Icnografia del Foro Romano al num. 243 insieme col di lui Vestibolo, i di cui avanzi restavano ai tempi del mentovato Palladio, il quale lo ritrasse nel suo trattato dell’Architettura.

268. Avanzi dell’antico Erario [inoggi Chiesa di S. Adriano] fabbricato ne’tempi della Repubblica. La di lui facciata era ricoperta di stucco. Il Pontefice Alessandro VII quindi fece torre e rifondere la gran porta principale di bronzo della Basilica Lateranense.

269. Colonna rimasa in piedi della Grecostasi rifabbricata dopo gl’incendj di Antonino Pio, e dimostrata in pianta nella detta Icnografia al num.

270. Arco di Settimio Severo e d’Antonino Caracalla a piedi del Campidoglio, dimostrato nella detta Tavola XXXI alla fig. II. In esso apparisce la seguenti’ iscrizione.


IMP. CAES. LVCIO. SEPTIMIO. M. FIL. SEVERO. PIO. PERTINACI. AVG. PATRI. PATRIAE. PARTHICO. ARABICO. ET
PARTHICO. ADIABENICO. PONTIFIC. MAXIMO. TRIBVNIC. POTEST. XI. IMP. XI. COS. III. PROCOS . ET IMP. CAES. M. AVREMO . L. FIL. ANTONINO. AVG. PIO. FELICI. TRIBVNIC. POTEST. VI. COS. PROCOS. P. P
OPTIMIS. FORTISSIMISQVE. PRINCIPIBVS OB. REMPVBLICAM. RESTITVTAM. IMPERIVMQVE. POPVLI. ROMANI. PROPAGATVM
INSIGNIBVS. VIRTVTIBVS. EORVM. DOMI. FORISQUE. S. P. Q. R.


Egli è composto di grossi pezzi di marmo, ed ornato di colonne e di bassirilievi. L’ordine attico dello stesso Arco era adorno ne’ pilastrelli, e in altre parti di festoni in metallo sostenuti da perni, come si osserva dai loro forami. Aveva i caratteri della iscrizione riportati in bronzo, ed un cocchio sopprapposto tirato da cavalli. Tutti questi ornamenti però non rendevano doperà pregievole, mancandole la buona maniera dell’ Architettura e della Scultura.

271. Avanzo del Pronao del Tempio della Concordia vicino al suddetto Arco, dimostralo nella Tavola XXXII del presente Tomo alla fig. I. Questo edilìzio dacché fu arso per gl’incendj del Campidoglio, fu rifatto di spoglie di altre fabbriche, parimente incendiate, come apparisce dalla seguente iscrizione che si legge sull’architrave del medesimo Pronao:

SENATVS. POPVLVSQVE. ROMANVS
INCENDIO. CONSVMPTVM. RESTITVIT


La di lui pianta si vede nella predetta Icnografia del Foro Romano al num. 171.

272. Tre Colonne rimase in piedi del Tempio di Giove Tonante, dimostrate nella detta Tavola XXXII alla fig: II. Questo Tempiq si dà in pianta al num. 174 della predetta Icnografia del Foro Romano. Fu eretto da Augusto alle radici del Campidoglio, e ristorato dai predetti incendj, come peranco accennano le lettere ESTITVER, cioè restituerunt, appartenenti alla iscrizione ch’era nell’architrave del pronao.

273. Avanzi di botteghe, composte di travertini e peperini, le quali appartenevano al Foro di Augusto date in pianta nella medesima Icnografia dal num. 222 sino al num. 228. Questi avanzi rimangono vicino alla Chiesa di S. Giuseppe de’ Legnajuoli, e precisamente in un cortile al primo ingresso del vicolo tortuoso che rimane sulla destra della salita di Martorio.