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VIII

non quello che avremmo voluto: sentendo nonpertanto dentro di noi di dover implorare perdono dagli intendenti. E questo tanto più speriamo vorranno concederci, considerando che l’opera nostra potrà diventare principale fondamento ad una futura pubblicazione critica degli antichi rimatori, se ciascun zelatore di questi studj vorrà, nei proprj luoghi e secondo la propria possibilità, far quella parte di lavoro che, raccogliendone poi e confrontandone i risultati, facilmente ci condurrà al fine desiderato. E fin d’ora diciamo, che ove altri voglia esserci largo di aiuto, è nostra intenzione di radunare e discutere in un volume a parte tutte le comunicazioni che privatamente o pubblicamente ci verranno pôrte, sia di nuove lezioni, sia di correzioni congetturali: sicchè l’edizion nostra possa per tal modo comparire meno indegna di lode, e meno scarsa di utilità. La buona prova che già ci è avvenuto di fare dell’amore che a questi studj si porta in Italia, allorquando pubblicando nel Propugnatore venti sonetti estratti da questo stesso codice nostro, vedemmo spontaneamente esserci mandate da parecchi valentuomini, notevoli osservazioni sulla lezione di quelli, sicchè ai sonetti potemmo in breve aggiungere un commentario di erudite indicazioni e di sagaci congetture, ci fa ben certi che con non minore