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VII

quell’ottimo metodo molte difficoltà ci si facevano incontro, quasi che insuperabili; e sopratutto mancavaci una compiuta notizia di tutti i manoscritti di rime antiche, sparsi per le Biblioteche pubbliche o private d’Italia e di fuori. Or chi ha pratica di questi nostri studj sa bene come, difettando ogni sorta di sussidj in proposito, e pur anco esatti cataloghi a penna o a stampa, e talune biblioteche più ricche di tali manoscritti restando tuttavia di difficile o impossibile accesso, vana speranza era quella di poter metter fuori una raccolta dei rimatori antichi italiani, la quale potesse veramente ambire al nome di critica; condotta, cioè, sulle varianti di tutti i codici fra loro ragguagliate, e corredata di utili indicazioni sulla età e sul pregio di ciascun testo, e sulle relazioni di tutti l’uno coll’altro. Senza grave dispendio, senza molti anni di lavoro e ripetuti viaggi in molte città, a noi, per ragione di ufficio costretti a star la maggior parte del tempo fissi in un luogo, era impossibile attuare quel concetto, che pur conoscevamo solo degno del presente stato degli studj. Ma perchè intanto il meglio, impossibile a conseguirsi, non impedisse quel poco di bene che pur poteva venire dalla più generale conoscenza del nostro codice, divulgato ch’ei fosse per la stampa, ci risolvemmo a fare quello che potevamo,