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XX

segue una raccolta di sonetti, probabilmente per opera del primo scrittore del codice.

Conclude il Grion col notare, come l’assegnazione di data fatta dal Trucchi non combini, secondo già osservò il Batines, con la sicura età della canzone dantesca, composta nell’89; ma se questa sola fra le liriche dell’Allighieri trovasi nel codice, si può congetturare che fosse scritto poco dopo codest’anno. Quanto poi alla denominazione di Libro Reale, essa non può appartenergli , perchè non solo nel codice 4823, ma anche in questo stesso, e segnatamente a carte 6 e 20, ricorre di mano del Bembo un richiamo al Libro reale, evidentemente come a diverso manoscritto1.

  1. Avendo voluto essere anche maggiormente sicuri della descrizione del prof. Grion, abbiamo pregato l’amico nostro Avv. Ernesto Monaci di riscontrare il codice vaticano e ne abbiamo ricevuto il seguente ragguaglio: »La descrizione del codice vaticano 3793 fatta dal Grion mi sembra esatta, e dopo averla ripassata col codice alla mano punto per punto, ben poco mi occorre da aggiungere. Ha detto il Grion che il codice spettò al Bembo e di ciò non v’ha dubbio, ma è credibile che abbia spettato anche al Colocci. Infatti nel catalogo dei codici colocciani passati alla Vaticana trovasi registrato questo