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XVIII

di tutti i componimenti inseriti nel codice, e che fu stampato nella prima dispensa dei Romanische Studien di Edoardo Boehmer (Halle, 1871, p. 61-118 .): e noi li, riferiamo con tanta maggior fiducia, in quanto corrispondono colla descrizione dataci dall’esperto paleografo che collazionò la nostra copia, il dott. Jeep. Dice adunque il Grion, che il codice appartenne sul principiare del secolo XVI al Cardinal Bembo, acquistato probabilmente dal padre di lui in Firenze, quando col figlio ancor giovinetto, vi si trovava ambasciatore veneto, in quel tempo in che Lorenzo de’ Medici faceva raccogliere gli antichi poeti per farne dono al principe napoletano Federigo di Aragona, e Angelo Colocci metteva insieme la sua collezione, contenuta nel codice vaticano 4818. Sul primo foglio membranaceo si legge scritto da mano più moderna: De varie romanze volgare: i sei fogli rimanenti presentano di mano di chi scrisse il codice i principj delle CCCXV canzoni che primamente vi si contenevano: il foglio ottavo, di mano del Bembo, quello di altre quattro poesie: quindi la semplice numerazione progressiva sino al CCCXL. Segue poi un foglio in bianco, segnato col N. 8, sul cui verso è scritto di mano del cardinale: vedi se tatti li li signati ms Camillo ha scripto. Sul decimo foglio trovavasi in caratteri del secolo XV