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XI |
Noi dunque, lo ripetiamo ancora una volta a dissipare ogni equivoco, non ad altro abbiamo mirato, nè ad altro rivolgemmo la speranza, se non a gettar le fondamenta di una edizione veramente critica delle Rime Antiche. È, per le poesie a stampa, una lezione di più che si aggiunge alle anteriori; per le non poche inedite che daremo via via, sarà una prima lezione, che potrà migliorarsi col confronto di altre, e col sussidio efficace della dottrina filologica.
Invitando, intanto, coloro che hanno amore a queste discipline a dar opera che l’Italia abbia finalmente una collezione delle Rime Antiche ridotte a buona forma, non ci nascondiamo, nè vogliamo altrui dissimulare, le difficoltà che si parano innanzi. Perchè, se anche col mezzo di ottimi apografi e di critici ragguagli, arriveremo in certi casi ad una lezione emendata da molte magagne, non però così facilmente e per tempo potremo augurarci di possedere purgato da ogni macula tutto il corpo dei rimatori del primo secolo; e ciò, sopratutto per due ragioni, che brevemente verremo indicando.
È, in primo luogo, da notare come, per una gran parte delle Rime Antiche, la lezione che ne possediamo abbia sofferto, già innanzi agli arbitrj ed errori dei copisti, un notevole cangia-