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tero, il riattamento di un campanile, non erano cose che lo toccassero, che quando la utilità e la sicurezza generale lo richiedessero, e che anche in questi casi doveasi farlo con speciali provvedimenti, anzichè con sanzioni, che avessero vigore per quanto durava lo Statuto in cui erano inscritte; per la qual cosa nelle due ordinanze recateci incomplete dallo Statuto vecchio parmi di ravvisare l’ultima eco di quell’epoca in cui, appena trascinate le Vicinie nell’orbita della vita comunale, i limiti fra gli interessi locali ed i generali erano ancora male definiti ed incerti, nè il Comune s’era ancor fatto un giusto concetto de’ nuovi rapporti, che andavano formandosi, e che dovevano sussistere affatto indipendenti dagli antichi.

La Vicinia di S. Pancrazio, come vedemmo, aveva la sua chiesa a cui ampiamente provvedeva; nullameno, sentendo l’influenza de’ nuovi tempi creati dalle ipocrite signorie de’ Torriani, non reputò potersi rifiutare da altri oneri, che avevano attinenza col culto. Poichè, dal Borgo Canale trasportatisi i frati Minori nel luogo entro la città, che poscia ebbe nome di S. Francesco1, nel 1294 chiesero di essere sovvenuti dalla Vicinanza, intendendo nella loro chiesa, che stavano fabbricando, innalzare una cappella, che in perpetuo fosse chiamata capella seu altare edificatum per vicinos Vicinancie s. Pancratii e sulla quale sarebbe stato posto un segno, che sempre ricordasse il fatto; e malgrado una ragionevole opposizione, che tentò rimandare ad altra epoca la proposta, passò che si accordasse un ragguardevole sus-

  1. Ronchetti IV, 158.