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gione, volle preoccuparsi delle nuove condizioni che coll’andare del tempo potevano essere create per ciascuna di esse nei rapporti della ecclesiastica disciplina. Fu per questo che il nome di Vicinia, appunto perchè si mantenne inalterato malgrado i mutamenti recati dalle più recenti circoscrizioni veramente parrocchiali, acquistò nella nostra legislazione una significanza puramente civile ed al tutto indipendente da quelle circoscrizioni, le quali potevano abbracciare, come alcune di fatto abbracciavano, più d’una di tali Vicinie1; per il che, se nei primordii il nome di parrocchia sarebbe stato usato affatto impropriamente ed erroneamente, in seguito non avrebbe che ingenerato confusioni, o, per meglio dire, non avrebbe avuto alcun significato.

È cosa assai difficile, per non dire impossibile, il voler stabilire quale sia stato il numero delle nostre Vicinie nelle diverse epoche, in cui queste locali circoscrizioni ebbero vita, poichè le notizie più certe non cominciano che verso la metà del secolo decimoterzo. Neppure può metterci sulla via per determinare il numero originario di quelle Vicinie, che entrarono a far parte dell’organamento del Comune, la notizia dataci nel 1187 dai Canonici di S. Vincenzo, che il Vescovo Adalberto in principio del secolo decimo costituì undici cappelle coi rispettivi sacerdoti immediatamente soggette alla Cattedrale2, perchè sebbene queste abbiano formato altrettanti Vicinati cittadini dell’epoca posteriore, tuttavia conviene osservare dapprima, che la notizia stessa è per sè ab-

  1. Celestino Hist. Quadr. I, 485; Calvi Effem. III, 291.
  2. Lupi II, 501.