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il 1206 ci dà il primo cenno di lotte civili nella nostra città1; ma che ciò non sia, che persino, nell’imperversare di quelle lotte, il costume di trarre dalle chiese con mangani e petriere, come accenna il nostro documento, risalisse ad un’epoca di gran lunga anteriore, ce ne accerta un breve di Innocenzo II del 1135 al Vescovo, al clero ed al popolo di Bergamo, dove, accennando alla composizione da lui pronunciata sulle controversie tra i Canonici di San Vincenzo e quelli di S. Alessandro aggiunge anche: imperamus ut bertefredum quod in campanili sancti Vincentii occasione eiusdem discordie prout accepimus erexistis — auferatis2. Così, se stiamo a deposizioni giurate del 1216, sembrerebbe che intorno al 1179 la nostra città fosse tutta sossopra per interne lotte3; onde, anche quanto in quel giuramento riguarda l’obbligo di astenersi da tali violenze, se può attingere la sua ragione dagli umori battaglieri di quella età, deve aver trovato la sua base anche in una condizione effettiva di cose, la quale ci è lasciata sufficientemente ammettere da queste poche, ma sicure testimonianze. Che se adunque non vi ha un solo argomento, che ci possa far dubitare della antichità del nostro Atto, sembrami che esso nella sua parte fondamentale possasi ascrivere a qualche anno anteriore al 1193, e che quindi ci abbia conservato la formola più antica di quel Iuramentum sequimenti, che dal nostro popolo, distribuito nelle sue Vicinie, era prestato al nuovo Podestà; il che insieme dimo-

  1. Miscell. di Stor. Ital. V, 224.
  2. Lupi II, 987.
  3. Lupi II, 1320 seg.