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più recente palazzo del Comune ed il più antico della Ragione nel 1453 e nel 15131; per il che, se alcuna non andò salva delle carte che vi erano custodite, più sentito è per noi il bisogno di ricorrere agli altri Archivi affine di ottenere indirettamente quelle notizie, che direttamente non ci è concesso attenderci dal pubblico Tabulario. Ma se cortesemente, sotto le debite condizioni, mi fu aperto l’Archivio della Misericordia, quello del Capitolo è chiuso agli studiosi, e, peggio ancora, agli studii; l’attività di cui vi fecero prova i canonici Adelasio, Lupi, Agliardi, e, ad una grandissima distanza, il Finazzi; la liberalità, con cui vi furono accolti il Mozzi, l’Angelini, il Mazzoleni, il Ronchetti, il Femi, ora non sono che ricordi o desiderii; cosa tanto più dolorosa quando si ha la certezza, che in questo solo campo, malgrado i lavori di coloro, che ci precessero, vi sarebbe ancora una abbondantissima messe da raccogliere, tutto un terzo volume del nostro Codice Diplomatico da porre assieme2.

Per dare, si lasci correre la espressione, un po’ di vita alle cifre poste in fianco alle entrate ed alle spese delle nostre Vicinie, ho introdotto, quando si

  1. V. il mio opuscolo: L’antico Palazzo d. Com. di Berg. p. 18 seg.
  2. L’Agliardi, è vero, nel ms. Λ, III. 11, 4 ci ha dato un cenno di tutti, o quasi, gli Atti dell’Arch. Capitolare, ma se esso basta a farci conoscere la mole e la importanza del materiale ivi raccolto (v. anche Finazzi del Cod. Diplom. p. 23 seg.), riesce però inadeguato agli studii, come me ne avvidi le poche volte che, per la somma cortesia di mons. canonico Pietro Speranza, a cui qui rendo il più cordiale tributo di gratitudine, mi fu dato istituire confronti fra quei cenni e gli originali dei documenti.